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Ovviamente non crediamo ai miti pagani o di altra natura. Ma bisogna tenere in gran conto il significato profondo di alcuni miti. Okeanos è quanto mai significativo. I visitatori della Fontana di trevi a Roma conoscono il mito di Okeanos?

Antonio Pileggi
Presidente di Okeanos

domenica, maggio 16, 2010

Etica pubblica: l'uso del potere e l'accesso ai palazzi dove il potere si esercita

ETICA PUBBLICA: due parole che significano tante cose e che andrebbero tenute in grandissima evidenza. Affrontiamo brevemente la questione dell’etica pubblica sotto due profili: quello dell’uso del potere e quello dell’accesso nei palazzi dove si esercita il potere. In un sistema democratico, chi si volesse candidare ad occupare un incarico che gli consenta di governare una comunità (comunale, provinciale, regionale, nazionale, o fosse anche un'assemblea condominiale o una società di persone in cooperativa) non dovrebbe mai conseguire privilegi per sé, per i suoi familiari o per i suoi sostenitori. L’uso del potere dovrebbe essere inteso ed esercitato unicamente come un servizio per il bene comune. Potere come servizio e non come privilegio è l’unica vera legittimazione del potere. Essere e non solo apparire al servizio del bene comune comporta un serio e fattivo lavoro per servire gli interessi generali dell’intera comunità, cioè gli interessi dell’intero corpo elettorale costituito da maggioranza e da minoranza. Solo così si ha senso dello Stato o senso della istituzione cui si è preposti a seguito di un’assunzione di responsabilità attraverso una procedura elettorale. Sarebbe cosa buona e giusta, in una Repubblica democratica, cioè in un regime non monarchico, l’introduzione di una legge che impedisca la ricandidatura al medesimo incarico per non più di due mandati al fine di evitare formazione di caste e per realizzare un reale avvicendamento nelle cariche pubbliche. Misure di autoregolamentazione all’interno dei partiti dovrebbero porre un argine alle caste ereditarie e al sistema di cooptazione col quale si distribuiscono premi alla fedeltà e alla cieca obbedienza e si consolidano potentati, notabilati e baronie. Nell’esercizio del potere pubblico, di fondamentale importanza è l’efficienza e l’efficacia del sistema dei controlli, da quello politico a quello amministrativo-contabile, da quello di legittimità a quello di merito. I controlli della Corte dei conti dovrebbero essere sempre più pregnanti e le responsabilità per danno erariale non dovrebbero beneficiare dell’istituto della prescrizione. Anche i reati contro la Pubblica Amministrazione non dovrebbero beneficiare della prescrizione. Con regole severe sui controlli e sulla prescrizione, non ci sarebbero tanti incompetenti (nei casi meno gravi) e tanti maneggioni (nei casi più gravi) sempre pronti a sgomitare per occupare cariche pubbliche. Scendendo dal livello politico, che in genere esercita (e dovrebbe solo esercitare) potere di indirizzo e di controllo, al livello della dirigenza amministrativa, che ha la responsabilità della gestione amministrativa, sorgono seri interrogativi sul come possa essere garantito il rigoroso rispetto del dettato costituzionale concernente il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione (art. 97 della Costituzione). Infatti, dopo l’introduzione dello spoil system all’italiana, è avvenuta e sta avvenendo una vera e propria “feudalizzazione” della pubblica amministrazione attraverso il reclutamento di dirigenti amministrativi senza procedure concorsuali. Spesso si fa ricorso a consulenze esterne che di fatto si sostituiscono ai compiti, ai doveri e alle responsabilità della dirigenza amministrativa. E, in alcuni casi, dirigenti amministrativi, all’atto dell’assunzione senza concorso, non hanno dovuto dare prova di conoscere il diritto costituzionale. Antonio Pileggi

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