Okeanos è un’associazione culturale senza fini di lucro. I temi che segnano il cammino dell’Associazione riguardano principalmente: l’educazione, l’istruzione e la formazione per contribuire alla costruzione di una società dell’apprendimento continuo; la pubblica amministrazione, per contribuire alla diffusione dei principi concernenti l’etica pubblica nelle dimensioni della veracità, della lealtà e della giustizia.
Benvenuti su questo Blog
Ovviamente non crediamo ai miti pagani o di altra natura. Ma bisogna tenere in gran conto il significato profondo di alcuni miti. Okeanos è quanto mai significativo. I visitatori della Fontana di trevi a Roma conoscono il mito di Okeanos?
Antonio Pileggi
Presidente di Okeanos
Antonio Pileggi
Presidente di Okeanos
venerdì, gennaio 07, 2011
DA GOBETTI A SAVIANO: LA RIVOLUZIONE LIBERALE. Costituito un Gruppo di discussione su facebook
Roberto Saviano, in una intervista pubblicata sul Sole 24 Ore del 28 Novembre
2010, si è definito un liberale sostenendo che, purtroppo, il liberalismo in Italia
non attecchisce perché stretto tra la morsa del cattolicesimo e del comunismo.
La constatazione di Saviano, che appare fondata, ha generato un dibattito su
Facebook e nella stessa giornata del 28 Novembre è stato costituito un Gruppo
intitolato “Da Gobetti a Salviano: la rivoluzione liberale”.
Facebook, come sempre, è la palestra in cui le idee vengono spesso sviluppate
e rilanciate.
Questo Gruppo di Facebook ha inteso porre il richiamo alla vita e alle opere di
Piero Gobetti, un liberale autentico che ha onorato, anche col suo estremo
sacrificio, la storia dell'Italia e del pensiero liberale.
Ecco una delle illuminanti affermazioni di Gobetti che, per molti versi, sembra
scritta per i tempi che stiamo attraversando: «si può rinnovare lo Stato
solo se la nazione ha in sé certe energie (come ora appunto accade)
che improvvisamente da oscure si fanno chiare e acquistano possibilità
e volontà di espansione».
Un commento del Presidente del Consiglio Nazionale del Partito Liberale, Enzo
Palumbo, ha preso in esame le dichiarazioni di Saviano in modo da chiarire il
punto di vista del Partito Liberale Italiano sulla questione.
Riporto qui di seguito integralmente l'intervento di Enzo Palumbo. Nel leggerlo
si riscopre un linguaggio e si ritrovano riflessioni e concetti che vogliono
gettare luce sulla questione liberale:
“Nella sua intervista di oggi sol Sole Saviano non ha detto soltanto di essere
"liberale", ma l'ha anche indirettamente dimostrato allorché ha detto di avere
capito che la cultura liberale in Italia è stata (e tuttora è) minoritaria, anche
perché stretta nello scontro (e poi anche nell'incontro) tra radici cattoliche ed
egemonia culturale marxista.A questa tradizionale morsa -- che nel tempo si è
allentata per via della secolarizzazione della società italiana e della crisi del
comunismo internazionale (con conseguente sparizione della DC e del PCI) -- si
è da quindici anni sostituita una morsa ancora più soffocante, quella del forzato
bipolarismo "destra" e "sinistra", l'una e l'altra portatrici della pretesa di
rappresentare anche i liberali.In questa situazione, bisogna riconoscere che i
liberali ci hanno messo del proprio, facendosi cooptare, di volta in volta ed a
seconda dei casi e delle persone, chi dalla destra e chi dalla sinistra, e chi, a
rotazione, da entrambe.Se fossimo in un Paese normale, e non nel Paese del
forzato bipolarismo in cui siamo, ad illustrare le rispettive tesi in TV sarebbero
andati, non già, genericamente, uno di c.d. "destra" ed uno di c.d. "sinistra",
ma ci sarebbero andati un liberale, un socialista, un cristiano-sociale ed un
verde ambientalista, che rappresentano oggi le quattro fondamentali culture
politiche che si confrontano ogni giorni nell'Europa di cui tanto ci riempiamo la
bocca, ma purtroppo non in Italia.Poi, volendo offrire un quadro completo,
sarebbe stato anche giusto offrire una finestra di opportunità, spazio televisivo
permettendo, anche ad un neofascista ed un post-comunista, e, perché no,
anche un anarco-individualista o un cattolico-tradizionalista.Questo avrebbe
voluto il pluralismo della politica, piuttosto che la forzata omologazione alla
quale siamo da quindici anni costretti.E solo così il Paese sarebbe stato in
grado di ascoltare tutti, maturare una convinzione e poi, nell'occasione giusta,
scegliere.Invece in TV c'è andato Fini per la destra e Bersani per la sinistra,
entrambi dicendo cose che in parte sono "anche" liberali, ma che chiaramente
non sono "essenzialmente" tali.Cosicché, l'italiano che non è né di destra nè di
sinistra non si sente adeguatamente rappresentato da nessuno, non capisce
più "chi sia che cosa", e finisce per non andare neppure a votare, convinto che
"tanto, sono tutti eguali tra di loro", ma nessuno è "eguale" o almeno "simile" a
me.Ed allora, a Saviano (che ha sin qui mostrato di avere gli attributi giusti per
dire come le cose stanno ma anche per individuare come
potrebbero/dovrebbero andare), come a chiunque altro apra uno spiraglio in tal
senso (compreso Travaglio, che tutto è fuorché un uomo di sinistra o un
giustizialista, come la vulgata corrente impropriamente lo definisce),
potremmo/dovremmo chiedere di squarciare il velo del silenzio circa l'esistenza
in Italia di un Partito che, nonostante tutto, continua a fare testimonianza del
suo essere "liberale e basta", secondo l'insegnamento dei Padri del Liberalismo
italiano (da Croce a Malagodi, per citare solo i defunti).E, per questo, non c'è
bisogno di offrirgli una tessera, che Saviano di fatto già possiede in ragione
delle battaglie che sta conducendo. C'è invece assoluto bisogno che, nella
piazza mediatica in cui è ridotta l'Italia, si sappia che i liberali esistono e non
stanno né nella "destra" nè nella "sinistra", anche se l'una e l'altra possono dire
(spesso) e fare (raramente) cose liberali.E quindi nessun affidarsi all'uomo
della provvidenza mediatica, ma solo l'auspicio che dei liberali in qualche modo
si parli, non già per le liti interne che non si fanno mai mancare sino a mimare,
per i più futili motivi, la scissione dell'atomo, ma per la testimonianza
minoritaria che da anni portano avanti nell'oscurità più totale.”
Fin qui le considerazioni di Enzo Palumbo.
Per quanto mi riguarda, osservo che il richiamo a Gobetti fatto dal Gruppo di
Facebook, sembra appropriato e foriero di riflessioni utili per questa strana e,
per alcuni versi, drammatica situazione italiana che stiamo attraversando.
30 Novembre 2010
Antonio Pileggi
Etichette:
Consiglio Nazionale Partito Liberale Italiano,
Enzo Palumbo,
liberali; idee liberali,
Partito Liberale,
Piero Gobetti,
rivoluzione liberale,
Roberto Saviano
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento