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Ovviamente non crediamo ai miti pagani o di altra natura. Ma bisogna tenere in gran conto il significato profondo di alcuni miti. Okeanos è quanto mai significativo. I visitatori della Fontana di trevi a Roma conoscono il mito di Okeanos?

Antonio Pileggi
Presidente di Okeanos

lunedì, novembre 01, 2010

I messaggi educativi a base di ineffabili linguaggi, polenta e coda alla vaccinara

Ieri in Piazza Montecitorio, davanti al Parlamento, è stata celebrata una sceneggiata a base di polenta e coda alla vaccinara in un sorprendente rito tra politici della medesima parte politica che hanno voluto dimostrare come l'ineffabile linguaggio usato dal Capo della Lega Bossi, quando ha chiamato porci i romani, sia stato il frutto di una battuta scherzosa. Sembrerebbe che, durante la celebrazione, sia stato cantato anche un inno che recita: “che ce ne frega, che ce ne importa”. La vicenda era stata preceduta, per la prima volta in Italia, da un sussulto di dignità di alcuni politici (della parte avversa) che, attraverso un dibattito nel luogo più alto della democrazia partecipativa e rappresentativa, cioè il Parlamento, volevano sfiduciare il ministro Bossi noto per il suo ineffabile linguaggio, linguaggio che ha connotato il successo politico del medesimo Bossi e dei suoi seguaci. E' appena il caso di ricordare che in Italia ci sono brillanti carriere politiche che passano attraverso dichiarazioni e gesti che sono messaggi molto "educativi" del tipo, dobbiamo considerare Roma una "ladrona", dobbiamo essere “cattivi”, dobbiamo segregare in carrozze di tram differenti i non cittadini, dobbiamo fare gesti volgari, dobbiamo insultare la bandiera italiana, etc. Sarebbe stata la prima volta in Italia che linguaggi e gestualità ineffabili sarebbero stati affrontati sotto l'aspetto dell'etica pubblica e sarebbe stata un'ottima occasione per mettere sotto i riflettori la natura, il contenuto e la portata di un importantissimo articolo della Costituzione, cioè l'art. 54 che così recita: "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore...". Diffondere, in occasione della discussione della sfiducia, la conoscenza del fatto che la Costituzione prevede questi comportamenti improntati a disciplina e onore avrebbe disturbato parecchi personaggi che occupano le istituzioni e che sono quotidianamente impegnati a diffondere l'idea che abbiamo una Costituzione “catto-comunista”, “brutta e cattiva e poco adatta alla modernità”, desueta e superata dalla "Costituzione materiale". Avevo sottolineato questi aspetti riferiti alle disposizioni costituzionali con una nota che usa nel titolo il gerundio: “Aspettando la mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro Bossi”. Subito dopo la presentazione formale della mozione di sfiducia, il sussulto di dignità è stato, stranamente, fermato da scuse di Bossi che sarebbero state pronunciate non so bene in quale luogo istituzionale. E la mozione di sfiducia è stata ritirata dal luogo istituzionale dove era stata presentata. Io non ho parole per commentare tutte queste vicende, compresa la sceneggiata a base di polenta e coda alla vaccinara celebrata nella Piazza antistante il Parlamento. Mi limito a sottolineare che la storia della conquista del potere da parte del fascismo e del nazismo è anche la storia della violenza e della rozzezza dei linguaggi (gestualità compresa) usati da gruppi organizzati nel territorio con connotati quasi sempre identitari. Il razzismo, l'antagonismo territoriale, il dichiararsi cattivi, la violenza verbale, sono i caratteri identificativi della sottocultura di tutti i regimi autoritari. La storia insegna che è un gravissimo errore politico sottovalutare il linguaggio violento e rozzo. Tutte le volte che vengono sottovalutati i linguaggi e i messaggi della politica si è destinati a soccombere, specialmente di fronte a chi usa le parole come pietre. Io appartengo alla scuola di pensiero che considera queste pietre le armi letali che possono sottoporre a lapidazione la democrazia e la Costituzione della giovane Repubblica italiana. Roma 7 Ottobre 2010 Antonio Pileggi

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